Auguri da… Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi e… la pandemia. Oggi è l’ultimo giorno del 2020, anno che non esito a definire orribile; e il perché è ovviamente inutile scriverlo, dato che ne siamo tutti (o quasi) consapevoli.

Quelli che stanno racchiusi in quella parentesi sono, fortunatamente, una piccola minoranza, anche se purtroppo molto rumorosa, almeno a giudicare dal fastidioso chiasso prodotto dalle tastiere dei loro pc che in ogni minuto del giorno e della notte inondano i social di frasi a dir poco allucinanti.

E come se a complicarci la vita non bastasse tutto ciò che ci gravita addosso (e non mi riferisco soltanto alla pandemia), da qualche giorno in questo mare magnum di informazioni e disinformazioni si sono aggiunti i commenti farneticanti di coloro che adesso hanno preso di mira chi si è già sottoposto alla vaccinazione contro il virus Covid 19.

E va bene la libertà di opinione e di espressione; va bene la democrazia e il diritto di ognuno di poter dire come la pensa e il non dover porre alcun limite all’altrui pensiero (tranne io credo almeno il tentare di mantenere nei confronti del prossimo un profilo accettabile); va bene non essere d’accordo con quanto ci dicono gli esperti dato che in quella parentesi a cui accennavo prima gli “esperti in tutto” sono numerosissimi, a patto però che questo valga proprio per tutti, evitando di lasciarsi andare a critiche, offese e minacce nei confronti di chi la pensa e/o agisce in maniera diversa.

Tu sei veramente convinto che esista il mostro di Loch Ness? Io no, ma mi piacerebbe che ci fosse. Credi alle scie chimiche? Libero di farlo. Credi che sia in atto un complotto mondiale? Attento, qualche decennio fa si diceva la stessa cosa contro una minoranza, e poi… hai visto com’è finita?

E venendo all’attualità, tu non credi al Covid? Va benissimo. Pensi che sia tutta un’invenzione di Bill Gates? Io no, ma questo non ci cambia la vita fino a quando resta soltanto un’opinione. Non credi ai morti causati dalla pandemia? Puoi farlo, è una convinzione molto forte, ma fallo senza arrivare al negazionismo o offenderne la memoria e il dolore dei parenti. Magari prova a pensare che da sole le eventuali malattie che quei poveretti avevano non erano una causa sufficiente a farli morire. Io, come tantissimi altri, qualche acciacco dovuto all’età ce l’ho, ma…

Tu non credi alle file di camion militari che trasportavano le bare? Anche questo puoi farlo, è un tuo diritto, magari rafforza questa tua convinzione dopo esserti documentato e posto qualche domanda del, tipo: a chi serve raccontare al mondo intero che nel territorio bergamasco ci sono stati tutti quei decessi?

E tu non vorrai vaccinarti? Liberissimo di farlo, ma su questo punto scusami io e te siamo in netto disaccordo. Io lo farò quando mi chiameranno, tu, fai come vuoi, anche se a detta di tutti – scusa, preciso meglio, a detta di molti – più siamo a vaccinarsi e meglio è, perché la cd “immunità di gregge” si è rivelata essere soltanto una grande utopia, come insegna ciò che è successo in Inghilterra.

Insomma, si può fare e non fare, essere pro o contro, favorevoli o contrari, ma sempre dopo aver provato a capire, e in ogni caso sempre senza oltrepassare il limite della decenza e dell’altrui libertà. Umberto Eco, che immagino conoscerai benissimo, una volta ha detto: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli. Prima parlavano solo al bar dopo aver bevuto un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel”.

Diciamo che è stato piuttosto netto, e anche in questo caso ci possiamo dividere su favorevoli o contrari, basta saper accettare la tesi opposta alla nostra senza andare in escandescenze e mettere subito mano alla… tastiera. Anzi, a proposito, se pensi di rispondere a questo articolo, fallo pure, ma ti prego senza eccedere. L’italiano possiede ben 160.000 vocaboli, e quindi, se ti sforzi, puoi riuscire a fare di meglio che offendermi o augurarmi chissà cosa.

Ma, dato che ho iniziato dicendo che questo è l’ultimo giorno dell’anno, è d’obbligo dire qualcosa su cosa ci aspettiamo per il futuro. Però non lo farò con parole mie, ma lascio che sia un Grande del passato a farlo per me.

Ecco allora i saluti di buon anno  tratti da uno scritto di Giacomo Leopardi

DIALOGO DI UN VENDITORE D’ALMANACCHI E DI UN PASSEGGERE
Giacomo Leopardi

Passeggere. «Oh che vita vorreste voi dunque?»

Venditore. «Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.»

Passeggere. «Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?»

Venditore. «Appunto.»

Passeggere. «Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?»

Venditore. «Speriamo.»

Grazie a Giacomo Leopardi per queste meravigliose parole.

Ma per finire l’articolo non posso fare a meno di tornare al nostro presente e inserire un’altrettanto stupenda canzone di Lucio Dalla dal titolo l’anno che verrà.

E su questo immagino che saremo tutti (o quasi) d’accordo.

Buon 2021

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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