E’ di fantascienza il nuovo romanzo di Enrico Miniati

Progetto Ritorno. Il romanzo di fantascienza con cui ricomincio da… M.E.

Quello di cui vedete riprodotta la copertina è l’ultimo mio romanzo uscito in questi giorni – anche se in realtà è uno dei miei primi lavori scritto credo nel 2013 – ma rimasto per anni chiuso in un cassetto e lì dimenticato chissà mai perché.

In seguito, negli anni successivi ho continuato a scrivere romanzi e a pubblicarli, prima in formato e book su Amazon Edizioni, poi in cartaceo grazie a due Case Editrici che mi hanno dato fiducia e alle quali va la mia eterna riconoscenza (Atelier e Porto Seguro).

Presentazioni e autografi con dedica sulle copie, passaggi in piccole televisioni locali, articoli e interviste hanno fatto da cornice agli ultimi miei cinque romanzi (anche se, a voler essere onesti soprattutto verso se stessi, quello che in tali situazioni più veniva sollecitata non era tanto la distribuzione o promozione del libro, ma la voglia di protagonismo dell’autore), fino a quando, ed è storia recente, nella vita di tutti noi è piombata la maledetta pandemia con tutte le sue tragiche conseguenze.

E tra i tanti mali, quello ovviamente minore e direi irrilevante rispetto alla grande tragedia, è stata l’interruzione forzata di ogni possibilità di presentare in pubblico il proprio lavoro. Ed è stato così, in questo periodo fosco e cupo, che rovistando in quel cassetto è rispuntato il manoscritto del libro. Ed è stata subito voglia di pubblicarlo.

Ho optato però per ricominciare da dove ero partito, da un e book (libro digitale) uscito su Amazon Edizioni al quale ho affiancato anche la possibilità di acquistarne la copia cartacea.

Perché questa scelta? L’ho detto poche righe sopra: eterna riconoscenza a chi mi ha dato fiducia, ma anche voglia di non ripercorrere schemi e strade già seguite. Forse, quando e se scriverò uno dei miei “soliti” romanzi, proverò a proporlo, ma questo nuovo lavoro che segna forse un nuovo inizio ho voluto che fosse soltanto mio, dal testo, alla copertina, all’impaginazione alla promozione.

Ma veniamo al libro, a cosa tratta e al genere di romanzo che è.

Partendo dalla fine, questa è una storia molto diversa da ciò che ho scritto sinora, perché contrariamente alle precedenti qui siamo in piena fantascienza. È una vicenda complicata, con richiami a recenti avvenimenti (ricordate l’Isis?) ma allo stesso tempo molto semplice, perché si tratta di un romanzo d’azione e di avventure, proiettate però – almeno in parte – in un tempo lontanissimo. Ma se ci pensiamo, la storia dell’uomo, le sue vicende anche personali, le sue avventure, non sono pressoché comuni in ogni epoca? In fondo basta cambiare le date, la foggia degli abiti, il linguaggio dei personaggi e le armi o le tecnologie che possono utilizzare e il risultato sarà più o meno lo stesso, qualsiasi sia il luogo o il tempo dell’ambientazione.

Io però per non andare “soltanto” nel futuro, mi sono immaginato oltre ai “temponauti”, ovvero inesistenti personaggi che fungono da viaggiatori nel tempo, altri realmente vissuti e appartenuti al passato.

Quali? Ad esempio mentre girovagavo nel passato al tempo delle Crociate – la prima per l’esattezza – ho incontrato Pazzino de’ Pazzi, fiorentinissimo e leggendario eroe crociato, considerato il primo guerriero ad aver messo piede sulle mura di Gerusalemme; e su di lui si impernia una bella fetta del romanzo.

Come ho scritto è un racconto di fantascienza che si svolge però in tre distinte epoche: un lontanissimo futuro e un mondo artificiale perso nello spazio profondo; il 1100 con la Prima Crociata; il 1500 e la scoperta del “Nuovo Mondo”.

E se qualcuno si porrà la domanda del perché sono passato a scrivere di fantascienza, la mia risposta, parafrasando una frase di Frederik Pohl – uno dei più grandi scrittori di questo genere – è: “Fantascienza è una storia che io posso pubblicare sulla mia rivista senza che troppi lettori cancellino l’abbonamento”. Per questo, se non piacerà poco male, non diverrà il mio cruccio, perché resta sempre il fatto che mi sono divertito moltissimo a sognare prima e a scrivere poi questa storia per quanto incredibile potrà sembrare.

Del resto, di quest’altra frase che vi faccio ascoltare nel video allegato e che rappresenta una pietra miliare nella storia del cinema,  ben pochi ne comprendono appieno il significato, ma da sola è bastata a sancire il successo di un grandissimo film Blade Runner e a trasformare l’attore olandese Rutger Hauer che in quel film veste i panni del replicante Roy Batty in un’icona della fantascienza:

“Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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