Il Cattivo Poeta: il film su Gabriele D’Annunzio

Il Cattivo Poeta, il film  su Gabriele D’Annunzio e il suo ultimo anno di vita.

Un solo commento al film: adesso che finalmente è possibile ricominciare a vivere, fatevi un piacere, andate a vederlo. Il Cattivo Poeta è, ovviamente secondo me, un grande film, uno di quelli che meritano veramente di essere visti.

Perché? Non lo so con precisione, non sono un esperto o un critico cinematografico. O meglio, so che a me è piaciuto tantissimo. Ho trovato all’interno di quel film tante storie: umane, sociali, di costume e di cultura. Situazioni, ambienti e personaggi reali perfettamente ricostruiti e raccontati con maestria.

Luoghi comuni spesso spacciati per veri (specialmente quelli su Gabriele D’Annunzio e la sua completa adesione al Fascismo) spazzati via; altri confermati quali la sua vita piena d’eccessi e vissuta decisamente “oltre” (ma, confessiamolo, quante volte tutti noi abbiamo sognato di fare cose che poi la ragione, petulante, ci diceva che erano sbagliate?).  E poi la storia del “federalino” di Bescia; vera, reale, bella e allo stesso tempo angosciante, perfettamente raccontata; e ancora il clima politico e sociale che si respirava in Italia in quel periodo; le divise cupe, inquietanti e ossessive, presenza costante in ogni regime con la retorica dei gesti e delle parole.

E con queste da una parte la paura e dall’altra il servilismo e l’esaltazione politica. Troviamo poi, non ricostruito ma realissimo il Vittoriale, rifugio dorato e per certi versi assurdo di D’Annunzio, suo semi forzato esilio tanto da divenire la sua ultima prigione.

Tutto questo e molto altro è contenuto nel film, ottimamente interpretato da Sergio Castellitto, che anche dal punto di vista fisico sembra veramente il D’Annunzio che le fotografie del tempo ci hanno tramandato e da un bravissimo Francesco Patané che interpreta in modo straordinario la figura ai più sconosciuta di Giovanni Comini il giovane Federale di Brescia inviato dal Partito a sorvegliare e spiare D’Annunzio. La storia, sia quella parte narrata nel film, che quella vera, quella vissuta, racconterà poi che tra i due nascerà un amicizia che porterà, assieme a una presa di coscienza “politica” maturata nel ragazzo anche a una diversa conclusione di quello che era il compito assegnatogli.

E dato che stiamo parlando di D’Annunzio, non possono naturalmente mancare nel film le belle donne, e una vera e propria “corte dei miracoli” che gravitava attorno al poeta come veri parassiti, vivendo e rubando piccoli sprazzi di quel mondo quasi irreale e del suo sogno impossibile.

Una nota sul titolo. Il Cattivo Poeta non è una valutazione negativa sul valore di Gabriele D’Annunzio, o meglio, non lo è perché, almeno credo, nessuno l’ha mai considerato tale, tranne forse chi ha coniato quel termine. Però non vi dico chi è, perché, se dopo aver visto il film vi viene voglia di sapere il motivo di quel titolo, fate come me, andate su internet e fate qualche ricerca. Avrete anche qui una vera sorpresa.

Buona visione.

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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