No alla guerra di Putin e alle altre guerre

La guerra di Putin.

La guerra all’Ucraina è inaccettabile, da qualunque parte si decida di stare.

 

Come immagino accada a molti di noi, passo diverso del mio tempo ad ascoltare i resoconti che giornali radio, telegiornali, comunicati e social fanno sulla drammatica situazione del conflitto in Ucraina. Ed è con un sentimento di dolore che guardo scorrere sul video le immagini, la sofferenza, la tragedia che quelle popolazioni stanno subendo a causa di un’intollerabile aggressione (e so che questa, purtroppo, è una nuova guerra che si aggiunge a moltissime altre che, quasi dimenticate, sconvolgono la vita di milioni di persone in varie parti di questo martoriato pianeta).

Tutte le guerre sono orribili e da condannare a priori, ma l’immagine di Kiev sotto i bombardamenti è per me particolarmente dolorosa perché mi riporta alla mente altre immagini (ovviamente ben diverse da quelle attuali) che fanno parte di una ormai lontana esperienza giovanile: era il giugno dell’anno 1987 quando assieme ad una foltissima rappresentanza del Calcio Storico Fiorentino (Firenze è gemellata con Kiev) sfilai fiero e impettito nel mio costume di calciante Azzurro davanti a centomila persone nelle vie principali della capitale ucraina. Un’esperienza e un ricordo indelebile.

Ma tralasciando i ricordi personali, è l’idea che soltanto con le armi si possano risolvere le controversie che mi sgomenta. Davvero niente riesce a far capire che la guerra chiama soltanto altra guerra?

E poi perché in casi come questo dobbiamo sempre o schierarsi o fare dei distinguo? Sento con dolore che sono purtroppo molte le voci di chi “conta” dire che… “sì, stiamo con l’Ucraina, però… la NATO… i confini con la Russia… le Repubbliche del Donbass…l’Occidente che sobilla… gli americani che…” come se per forza si debba dare una qualsiasi giustificazione a chi attacca per primo. E ancora: “ma certo che le sanzioni da applicare alla Russia vanno bene, però… prima pensiamoci bene alle conseguenze negative, e facciamo in modo che a noi non venga tolto niente”. Ma come? Laggiù muoiono e noi dobbiamo per prima cosa pensare soltanto alla nostra dannata economia? Lo trovo assurdo. Le sanzioni ovviamente qualcosa ci faranno scontare, ma, ripeto, laggiù stanno morendo sotto le bombe.

Capisco che questo mio scritto, destinato tra l’altro a quei pochi che mi seguono, lascerà il tempo che trova e niente scalfirà l’orrore che in Ucraina stanno vivendo, ma forse è un dovere comune provare a far sentire la propria voce contraria e anche se saranno pochi coloro che la sentiranno, proprio come fanno i cerchi nell’acqua questa magari rilanciata da tantissime altre voci è destinata ad allargarsi.

Per questo ribadisco fermamente il mio no alla guerra, a qualunque guerra e a tutti i distinguo, le giustificazioni, le paure di “rimetterci qualcosa” che chi è chiamato a decidere sembra mettere in atto pur di non prendere una netta posizione.

La guerra provoca soltanto morti e distruzione e apre le porte alla prossima che inevitabilmente purtroppo la seguirà.

Ed in questo momento è giusto e moralmente doveroso urlare tutti con forza «No, sempre e fortissimamente No a questa guerra d’invasione e a tutte le altre che infiammano il mondo».

 

 

 

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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