Parole sparse su un foglio. Quasi poesie

copertina Il perché di questa raccolta

Queste, che potete trovare pubblicate su Amazon, molto probabilmente, non sono vere poesie, o almeno non lo sono nel senso classico che siamo avvezzi a dare a questo termine.

Mi piace però pensare, che in realtà quella che ho scritto, sia invece definibile solamente come una semplicissima “raccolta di parole”: parole che vorrebbero saper raccontare di sensazioni, di stati d’animo e di pensieri. Perciò, almeno apparentemente, in queste frasi tutto sembra essere molto semplice, leggero, a volte quasi ingenuo. E proprio per questa loro semplicità, a un primo sommario sguardo, non lasciano trapelare niente di particolarmente profondo o permeato da chissà quale filosofia. Ma forse, la verità è un’altra: tutto è stato studiato, ricercato, indagato.

Chissà. Volendo offrire un tocco di ipocrita semplicità, potrei confondere l’occasionale lettore, dando a queste quasi poesie l’altisonante nome di: “gocce di vita”, in modo da far immaginare che la mia precedente affermazione su quanto siano semplici e ingenue, sia solamente la mascheratura di verità assolute e di profondissimi pensieri.

Tranquilli, niente di tutto questo è vero. Alcune delle mie “parole”, narrano di storie autentiche, vissute, subite; mentre altre di vicende irreali o semplicemente sognate. Di ricordi e d’immagini catturate vivendo e ascoltando il mondo che ci gira attorno. Tutte però hanno un filo comune che sembra tenerle unite: sono innanzitutto delle storie minuscole. Storie che hanno per protagonisti attori reali o immaginari, personaggi inventati o conosciuti in un tempo senza tempo.

Storie che si sviluppano su temi apparentemente piccoli, quotidiani, concreti. E in esse troviamo quindi amori reali e immaginari, vecchi amici ritrovati e frammenti di realtà, uniti a minuscoli ritratti di dolore o di gioia.

Ho scritto di momenti esistiti veramente e che raccontano di felici compleanni o di dolorose malattie; di matrimoni, di nascite e partenze. E ho aggiunto immagini irreali di un “me” vero solo per me stesso, e di un “nessuno” che non conosco ma che credo di aver incontrato chissà quando.

E vorrei che tutto fosse chiaro: racchiudono realtà e finzione, verità e immaginazione, ma niente è completamente vero, così come niente è completa illusione. E non si deve mai lasciarsi prendere dalla tentazione di sovrapporre chi scrive a ciò che cerca di rappresentare, anche se è inevitabile che in questo modo possano facilmente essersi mescolate finzione e verità e che entrambe le cose siano vere e false allo stesso modo.

Per questo le mie non sono vere poesie, ma sono solamente un insieme di parole, prese dal lessico comune, trovate nelle frasi che più spesso usiamo e infilate, quasi a forza, in queste pagine che vorrebbero saper parlare di vita. Sono perciò, come i temi che tratto, pagine piccole, di poco peso, che sembrano conversare tra loro di vicende semplicissime, ma allo stesso tempo, per chi le vive, tremendamente complicate.

Probabilmente parole e frasi non sono facili da afferrare per chi non conosce la realtà di cosa spinge l’autore a cercarle quelle parole; a centellinarle, a tentare di metterle in fila in un contesto logico, che sia anche descrittivo di una realtà che si è rivelata infinitamente difficile da rappresentare. E come tenta di dire il titolo di questo insieme di storie, le mie parole sono state acciuffate, ghermite, colte dal vivere quotidiano e con apparente disinvoltura, senza particolari tentazioni stilistiche e quasi con sfrontata disinvoltura, semplicemente gettate lì, “sparse su un foglio”, sperando di dare e di dire con esse qualcosa che possa servire a far capire che c’ero.

Parole sparse su un foglio

Forse un giorno leggerai queste parole, e allora chissà se ti racconteranno chi sono.

Forse dirai, piangendo di gioia: – sì, è lui, lo riconosco. Lo sento nella musica che leggo, lo vedo nel suono delle frasi che ascolto.

E troverai cascate di me, torrenti di stagioni trascorse assieme e lunghissime pagine colme di racconti a te già noti che renderanno vivo quel che leggi.

E le parole non saranno più soltanto quelle.

Saranno essenze vive che balzeranno via dal foglio per entrare ridendo nel tuo cuore.

E la nebbia finalmente sparirà. Questa funesta cappa bianca, cupa, translucida e vischiosa che tutto avvolge, nascondendo e trasformando la verità.

Le frasi saranno colore, le rime l’azzurro del cielo, l’insieme sarà primavera.

Vedrai nuovamente sbocciare il mio io. Sarà come un giorno di maggio, col sole che bacia il tuo viso ed io che ti prendo la mano.

Scoprirai che son vivo e diverso da quello che mostro.

Capirai che la nebbia non può camuffare in eterno l’intima essenza di un uomo.

E allora con fogli e parole riuscirò a far nascere il mio vero me; a parlarti finalmente con la mia voce, balzando fuori della cappa delle mascherature e rivelando finalmente chi sono.

Oppure, forse, semplicemente leggerai solo parole, stanche, confuse, sfuggenti, domandandotene il significato e non capendone i perché.

Scorreranno i tuoi occhi su fogli riempiti di segni, geroglifici e impronte, cercando un senso in quel che vedi.

E la nebbia avrà vinto sul vero.

Maschere, veli e tranelli saranno la sola verità che leggi.

Tornerò a essere quello che il mondo vede, quello che tutti credono che sia.

E quelle che leggi senza riuscire a vedere, saranno soltanto parole, sparse su un foglio, senza uno scopo preciso.

Gettate a riempire gli spazi, così come ho riempito la vita. Passata a inseguire una strada che andava da sola al confine.

E quelle frasi, piene di insignificanti parole niente avranno da dire. Niente sapranno mostrare, lasciando in sospeso il mistero.

Perché non potranno chiarire quel che invece volevo spiegare. Spente, mute, inconcludenti resteranno lì, sparpagliate in modo confuso, nascondendo quel che ho sempre cercato di dare.

Ma forse, un giorno, luminoso e bellissimo, stretti su un prato stracolmo di fiori, leggeremo assieme queste parole, e abbagliati dal sole e dalla vita arriveremo a capire, vedere, sapere.

E con un solo animo le raccoglieremo dal foglio e le ricomporremo in frasi, storie e pensieri in una sequenza speciale e lucente.

Frasi, storie e parole diverse da quelle che ho scritto, ma proprio per questo più vere; e andranno a formare un romanzo che parla di tutto e di noi.

Saranno le nostre parole, che tutte in fila saranno quella parte del nostro cammino che ancora dobbiamo trovare.

Oppure, un giorno, leggerai da sola queste parole in un momento di confusa solitudine, e per te sarà bello raccoglierle con mano leggera e sicura, e allinearle una a una, in un racconto diverso, allegro e completo, scrivendo infine la tua e la mia canzone.

Darai così risposta alle mie domande, facendomi vedere che la nebbia era solo nel mio cuore.

E come un sapiente seminatore, semplicemente con un semplicissimo gesto della mano, riuscirai a gettare il seme di vite future.

Enrico Miniati