Sdegno e Coraggio. Tra stupore e indignazione

Sdegno e Coraggio. Tra stupore e indignazione

La Speranza ha due bellissimi figli. I loro nomi sono “Sdegno” e “Coraggio”; Sdegno per come stanno le cose, e Coraggio per fare in modo che non rimangano come sono.

Apro questo articolo citando la frase di un anonimo, e mai come in quello che andrete a leggere le due cose si intrecciano tra loro proprio come fa l’edera con un sostegno.
Sdegno e Coraggio sono quasi un ossimoro se citati assieme tanto appare diverso il loro significato; eppure capita che è proprio grazie al Coraggio che è emerso il fatto che tanto sdegno (stavolta la minuscola è d’obbligo) sta montando nell’opinione pubblica fiorentina e non solo.

Ma veniamo al fatto: alcuni volontari del Comitato Vivi Firenze Verde https://www.facebook.com/vivifirenzeverde/ – che ha come obbiettivo primario la salvaguardia del verde nell’area fiorentina e non solo -, indirizzati dalla segnalazione di un cittadino, hanno trovato in un bosco vicino al cimitero monumentale di Trespiano, il più grande e più conosciuto a Firenze e  nei comuni limitrofi, una vera e propria discarica – ovviamente abusiva – nella quale non si trovano, come potremmo pensare rifiuti di ogni genere, bensì qualcosa che mai ci immagineremmo di trovare in un bosco e per di più in tale squallida situazione. Quella discarica infatti è composta esclusivamente da… arredi funebri!

I volontari che ho citato poche righe sopra si sono trovati davanti a una vera catasta di lapidi cimiteriali, croci, ossarini, marmi un tempo appartenuti a tombe, capitelli, lumini funebri, eccetera; insomma tutto ciò che normalmente ha dimora esclusivamente all’interno di un cimitero e non di un bosco.

Esistono in rete dei filmati denuncia che fanno venire i brividi mentre nello scorrere delle immagini si leggono i nomi e le date incisi sui marmi spezzati, violati e gettati via con così tanto crudele cinismo. Nomi di adulti e di bambini che tolgono il fiato anche in tempi in cui il mondo sembra essersi incamminato verso una china ripida e apparentemente senza ritorno. Eppure anche davanti a tutto ciò che quotidianamente viviamo,  sembra proprio che il peggio debba sempre avvenire.

Ed ecco che adesso gli amici di Vivere Firenze Verde, il Coraggio citato prima, hanno alzato il velo sullo sdegno causato da questo ennesimo schiaffo alla nostra sensibilità, al nostro dolore, alle emozioni che sempre una perdita produce in chi la subisce anche indirettamente.

Un velo squarciato che adesso qualcuno dovrà ricucire dando per prima cosa delle chiare risposte e soprattutto assumendosi la responsabilità di quanto è accaduto. È ovvio che trattasi di dolo, ed è altrettanto ovvio che qualcuno dovrà risponderne, non per il semplice gusto della caccia al colpevole, ma perché fatti come questi sono quasi la negazione del concetto di civiltà, del rispetto dovuto ai nostri defunti, del dolore di chi li ha pianti, del dovere che ha il “Pubblico Servizio” di vigilare attentamente perché la trafila che guida lo smaltimento degli arredi funebri immagino sia un servizio ampiamente collaudato e probabilmente anche ben retribuito, regolamentato da leggi, normative e disposizioni vincolanti e non un qualcosa di estemporaneo o casuale che “disgraziatamente” può avere anche un “inconveniente” che porta ad abbandonare in un bosco i nostri ricordi.

Coraggio e sdegno legati strettamente, esattamente come l’edera di quel bosco ha avvinghiato i nostri ricordi.

 

P.S.

Sulla pagina facebook del Comitato Vivi Firenze Verde trovate il video servizio realizzato dal TG3 Toscana

 

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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