Un giornata alla Fattoria di Lolle

La Fattoria degli animali

Visitiamo assieme la Fattoria di Lolle: il piccolo splendido mondo degli animali.

Il titolo che ho scelto vi ricorda qualcosa? Lo so, è vero, è il titolo di un famosissimo libro di George Orwell. Però, non temete, niente di ciò che andrete a leggere è legato a quel racconto.

Niente…a parte gli animali.

Mi è capitato quasi per caso di scoprire ciò di cui vi parlerò, quando assieme ad Angela, mia moglie, cercavamo un posto dove portare i nipotini.

«Al parco divertimenti?» propongo. «Troppo scontato» è la risposta.

«Al museo?» prova a dire lei, neanche troppo convinta «Vuoi scherzare? Sono così piccoli e poi cosa vuoi che gli possa interessare a quell’età?» è la mia risposta.

Una brevissima riflessione e poi Angela ha l’idea: «Gli animali» mi dice. «Tutti i bambini li amano».

«Ok» rispondo, «hai ragione, allora portiamoli allo zoo».

«Ma lì gli animali sono in gabbia, non li possono avvicinare o toccare. Ci vuole un posto diverso…».

Ed è per questo che oggi siamo qua, alla Fattoria di Lolle, un posto splendido dalle parti di Piteglio, sulla Montagna Pistoiese.

All’arrivo ci accoglie sorridente e allegra una bella ragazza.

«Buongiorno, mi chiamo Rachele e sarò la vostra guida alla scoperta della fattoria e dei suoi animali. Aspettiamo che arrivino gli altri bambini e poi partiamo».

Dobbiamo aspettare penso e se le chiedessi di anticiparmi qualcosa? Potrei farne un articolo per la rivista.

Lei accetta di buon grado ed ecco di seguito riportata la nostra chiacchierata, che, per come lei racconta la sua storia e quella degli altri che vivono qua, assume a tratti quasi i contorni di una bella favola.

Rachele, cos’è la Fattoria di Lolle e dove si trova esattamente?

La Fattoria di Lolle è un’associazione sportiva equestre che nasce dall’unione di due realtà: quella di una giovane coppia, Rachele e Riccardo, e del loro sogno di costruire qualcosa che permettesse a tutti di conoscere un mondo ormai quasi dimenticato, e quella dell’Azienda Agricola Innocenti, storica azienda produttrice di pecorino a latte crudo della Montagna Pistoiese e Presidio Slow food; un’azienda tradizionale portata avanti con amore e passione da Stefano (per tutti Tosello) e Paola. Situata nella vallata naturale creata dal fiume Lima, la Fattoria nasce sui terreni dell’Azienda Agricola Innocenti. La sua posizione è perfettamente centrale rispetto ai paesi di Piteglio, Popiglio e Lucchio, dato che si trova a pochi passi dal Ponte di Castruccio, antica dogana tra Pistoia e Lucca, un ponte in pietra medioevale ricco di fascino, storia e tradizioni.

Chi sono i soci fondatori e i collaboratori dell’associazione?

I soci fondatori dell’associazione sono Riccardo, Rachele e Paola.

Riccardo, * figlio del pastore del luogo, che in queste vallate è cresciuto e si è formato fino ad intraprendere la sua strada seguendo la sua enorme passione per il cavallo. Come ogni bambino della zona, innamorato dei cavalli, Riccardo non ha più abbandonato la sua passione per questo nobile animale, coltivandola giorno dopo giorno fino a diventare Istruttore, Accompagnatore equestre e Docente. E proprio nel mondo del cavallo Riccardo ha conosciuto Rachele, una ragazza di città che condivideva con lui la passione per il lavoro con i cavalli e per la vita in Fattoria.

Rachele, diplomata in pedagogia e laureata in lingue è, da sempre, appassionata di animali. Fin da bambina porta a casa ogni animaletto in difficoltà e cerca di imparare più che può sul comportamento animale attraverso corsi di formazione e attività di volontariato. Dopo il diploma e gli studi universitari Rachele scopre anche un ‘altra grande passione: quella per i bambini e per la didattica.

Paola, mamma di Riccardo, condivide con il figlio la passione per la realtà agrosilvopastorale e per il mondo equestre che l’ha portata, in gioventù, a scegliere di abbandonare la vita cittadina (Paola gestiva infatti la profumeria Shisheido) per scegliere di vivere in una fattoria e di fare la casara. Nel 2018 Rachele, Riccardo e Paola decidono di creare un’associazione che concretizzi il loro sogno di avvicinare più persone possibili alla vita in fattoria, a un mondo fatto di sacrifici giornalieri per il benessere degli animali e della natura che ci circonda. Nasce così l’associazione Fattoria di Lolle con le sue attività didattiche, dedicate non solo ai bambini, ma anche agli adulti e – perché no? – agli anziani, che vogliono scoprire questa realtà e farne tesoro.

Con la coda dell’occhio, mi accorgo che da un’auto è scesa una coppia con due bambini. Guardo Rachele, temendo di dover interrompere questa specie di intervista/racconto, ma lei mi tranquillizza: «Ne mancano ancora quattro di bambini, vedrai che avremo il tempo di parlare».

Rassicurato, riprendo a chiedere: parlami di te e del tuo ruolo all’interno dell’organizzazione della fattoria.

Il mio compito all’interno della Fattoria, è quello di dare libero sfogo alla fantasia per organizzare eventi, attività didattiche e iniziative che possano avvicinare le persone al mondo del cavallo e alla vita in fattoria. Inoltre mi occupo di accompagnare le persone che vengono a visitarci, parlo loro di noi e dell’azienda, e presento, uno per uno, gli animali che ci vivono.

Qual è l’attività principale della Fattoria di Lolle?

L’attività principale è quella didattica in tutti i suoi ambiti: dalle lezioni di equitazione con i pony e i cavalli, alla visita guidata alla fattoria e a tutti i suoi animali fino ai laboratori didattici tematici appositamente studiati per i bambini.

Parlami della parte didattica e di come è maturata l’idea.

L’idea di ampliare l’offerta ai soci e ai visitatori con una parte didattica è nata dal desiderio di andare oltre, di non soffermarsi soltanto alle lezioni di equitazione e all’avvicinamento al cavallo, ma di voler rendere la giornata delle persone che passano dalla fattoria una giornata diversa; dal desiderio di stimolare una riflessione, soprattutto nei giovani e giovanissimi. Vorremmo che una giornata in Fattoria non fosse soltanto una giornata a cavallo o un’esperienza didattica, ma significasse entrare a far parte di una storia antica, di un mondo diverso dal nostro, per assaporarlo e, chissà, per lasciare una traccia di noi…

La guardo, e mi accorgo che mentre parla le brillano gli occhi. Rachele è veramente immersa completamente nel mondo che racconta.

Prosegui le dico interessato.

Da questo desiderio nasce un primo progetto “Scuole in Fattoria”, che ancora portiamo avanti in collaborazione con Azienda Agricola Innocenti. Offriamo alle scuole la possibilità di venire a farci visita e di scegliere tra tre percorsi formativi (organizzati in base all’età dei bambini/ragazzi): un percorso sul cavallo, uno sulla vita in fattoria e sugli animali e uno, in strettissima e ovvia collaborazione con l’azienda Innocenti, sulla lavorazione del latte. Questi percorsi didattici sono stati adesso estesi anche alle singole famiglie che come te e i tuoi vogliono venire a farci visita.

L’accenno alla lavorazione del latte mi suggerisce una nuova domanda: da quanto ho letto prima di venire qua, ho scoperto che i punti di forza della fattoria sono il formaggio e i prodotti derivati dal latte delle pecore. Parlami dei vostri prodotti, partendo dalla differenza tra il latte che troviamo al supermercato e quello che invece utilizzate voi.

L’Azienda Agricola Innocenti, quella di Stefano, sui quali terreni sorge la nostra fattoria, e con la quale come ho detto collaboriamo, è una piccola e storica azienda della montagna pistoiese, portata avanti con la passione di chi questa vita la ama davvero. Il gregge è composto da circa 100 pecore nere di razza Massese (razza autoctona toscana) e Stefano – si può tranquillamente dire – le conosce una per una. Il prodotto che l’azienda produce è il Pecorino a Latte Crudo Toscano, presidio Slow Food; un tipo di pecorino tipico della zona, che prevede la non pastorizzazione del latte durante il processo di lavorazione. Pochi sono rimasti i pastori che, al giorno d’oggi, hanno scelto questo tipo di prodotto. E proprio di questo prodotto, così unico, Stefano e la sua famiglia sono molto orgogliosi. Tre sono i tipi di pecorino prodotti da noi: il fresco, pronto dopo 7/20 giorni, l’abbucciato, pronto dopo due mesi e il pecorino da asserbo con stagionature più lunghe, da 3 a 18 mesi. Tre sono anche i formaggi che vengono prodotti: Il pecorino, il ravaggiolo e la ricotta. Il pecorino a latte crudo è un formaggio in cui il latte viene lavorato a crudo, ossia non viene pastorizzato. La massima temperatura a cui arriva il latte per la produzione di pecorino a latte crudo è 40°. Questo consente di mantenere inalterate tutte le caratteristiche organolettiche del latte di origine. Anche se il nostro è latte di pecora, lo stesso tipo di distinzione si può fare con il latte di mucca. La pastorizzazione del latte, seppur positiva, perché consente di avere latte sempre “sterile”, elimina quelle che sono le diversità tra latte e latte, per cui un latte munto in toscana e poi pastorizzato avrà lo stesso sapore di un latte francese, o sardo, o turco. Questo fa sì che, assaggiandolo, non si notano più, ad esempio, le diversità di alimentazione delle pecore che l’hanno prodotto. Nel latte crudo, invece, tutto rimane esattamente com’era nel momento in cui è stato munto; ed è proprio questa diversità a farne la forza.

Rachele, toglimi una curiosità: le pecore sono veramente tutte bianche?

No, – risponde ridendo dell’ingenuità della mia domanda – esistono moltissime razze di pecore, così come di tutti gli animali. Le nostre Bine (così il pastore chiama le sue pecorelle) sono di razza Massese e sono tutte nere. Sono una razza autoctona toscana da latte e hanno la caratteristica, oltre a quella di essere nere, di avere tutte le corna, i maschi grandi e possenti e le femmine esili. Inoltre la Masses, è l’unica razza di pecore in cui tutte le femmine hanno le corna.

I vostri animali – tranne forse il gregge di pecore immagino – da quanto ho capito, hanno tutti un proprio “vero” nome. Me li ricordi? E puoi svelarmi qualche segreto o aneddoto, tipo la ciuchina obesa di cui ti ho sentito raccontare poco fa?

È vero, i nostri animali hanno tutti un nome. Ad esempio i tre gatti sono: Nespola, Matisse e Mafalda (Mafalda è sopravvissuta 4 notti nel bosco frequentato dai lupi prima di essere adottata dalla Fattoria). I nostri tre cani sono Ombra il cattle dog (deriva dal dingo), Jenna il pastore dell’asia centrale (il cane che ha allattato un cerbiatto) e Maya un Border Collie. I due cavalli sono Big Andrea (per gli amici Andreone) e Poppea , nati entrambi il 9 aprile 2009 ma lui in Irlanda (è un purosangue inglese) e lei a Pistoia. Ci sono poi quattro pony: Mirtillo, Brontolo, Frou Frou e il più anziano, nonno Reginaldo (un pony di 23 anni). Abbiamo ancora quattro oche: Adelina, Guendalina, Gastone e Brigitta, cinque conigliette, Lola – la coniglia alimentare che qui vive libera insieme alle due piccole coniglie nane Olga e Wilma che abbiamo ricevuto in adozione dal canile di Pistoia, dove erano state abbandonate). E poi abbiamo Gloria, la coniglietta con la zampina paralizzata (fu operata due anni fa per una frattura; adesso sta benissimo ma le è rimasta una zampina paralizzata) e Gertrude, l’ultima arrivata nella famiglia “Conigli”: una piccola coniglietta alimentare che qui potrà vivere la sua vita da coniglia di compagnia.

E li ricordi veramente tutti i loro nomi?

Ma certo che sì. Però confesso che delle diciotto tra galli e galline da uova, solo alcune hanno un nome: Sid il gallo (così chiamato a causa della sua bella cresta che ricorda Sid Vicious, un musicista punk) e Valentina, la gallina che ha scelto di non vivere nel pollaio ma di stare con le pecore e che porta, con fierezza un nome ispirato al vecchio proprietario, un tipico personaggio della montagna pistoiese e grande amico di famiglia. Le sette galline ornamentali invece  hanno ciascuna un nome legato a qualche loro specifica caratteristica: le due padovane Antonia e Pandora (vedi Sant’Antonio da Padova); la Ayam Cemani Concetta (a causa della sua somiglianza con una vedova sicula); le due Amrock Lady Cocca e Rosita (due classici nomi da dare a due galline grasse e tradizionali); l’olandese ciuffata Bernarda (da Bernadette nome tipico olandese) e il gallo nano calzato che abbiamo chiamato Bilbo Baggins (è basso e con i piedi pelosi, e l’abbiamo trovato subito somigliante a un Hobbit). Restano ancora da citare Gina la ciuchina, rimasta orfana troppo presto, che è arrivata qui fortemente obesa ed è stata messa a dieta forzata all’interno di un paddock con poca erba e decisamente in salita (per costringerla a muoversi). Adesso ha recuperato la forma fisica ed è la nostra modella preferita, ma continua a mantenere l’attaccamento al cibo di una volta, e a restare di conseguenza una “sorvegliata speciale”. E infine le ultime due arrivate: Prippi, un’anatra muta allevata in casa, abituata a vivere sul divano, e finita in fattoria da poco a cui abbiamo preso un compagno, Prippo, che è un’anatra pechino (quella di Paperino Disney) ma che tuttavia si sente un’oca e ancora non ha ben capito qual è il suo ruolo.

Rachele, questo sembra un luogo adattissimo ai bambini. Come ti trovi assieme a loro?

Personalmente ritengo di avere un bel rapporto con i bambini perché mi metto al loro pari, mi piace ancora giocare e fare cose “da bambini”. Mi entusiasmo a ogni scoperta e mi piace sporcarmi le mani con i colori. Mi trovo bene con i bambini perché molto probabilmente sono riuscita a conservare la bambina che è in me.

Tu ti occupi anche della didattica di fattoria. È difficile calarsi nella parte di “insegnante”?

Fare “l’insegnante”, o comunque fare didattica, è un lavoro molto difficile in ogni ambito: dalla scuola, all’equitazione. Dobbiamo cercare di trasmettere prima di tutto passione, non solo nozioni. Per fare questo è necessario creare un dialogo con chi abbiamo di fronte, sia questo un bambino o un adulto. Si deve quindi per forza trovare un punto di incontro tra l’insegnante o istruttore e il bambino. E’ importante, secondo noi, avere un team formato da persone diverse, ognuna con un suo compito e ognuna con particolari attitudini. Nel momento in cui una persona decide di fare un percorso con noi decidiamo tutti assieme chi è più adatto a svolgere determinate mansioni.

Parlare ai bambini di animali, rende in parte più semplice il vostro compito?

Non sempre; alle volte i bambini sono spaventati dagli animali e dobbiamo trovare un punto di incontro anche tra loro. Altre volte è necessario insegnare ai bambini il rispetto per gli animali, questo perché i bambini tendono a vedere l’animale come un gioco. Il nostro obiettivo è quello sicuramente di far divertire il bambino con giochi e aneddoti, ma anche di far sì che comprenda che gli animali sono esseri viventi, con sentimenti ed emozioni e soprattutto con bisogni propri particolari e diversi da quelli di noi “umani”. Ma è fondamentale far capire ai bambini – ma a volte anche agli adulti – dice con un lampo nello sguardo – che relazionarsi con loro, in qualsiasi forma, significa assumersi la responsabilità di un’altra vita di cui prendersi cura.

Quanto è diversa la vita in una fattoria rispetto a quella di chi vive in città?

Completamente diversa. Il tempo scorre in modo diverso, le giornate scorrono più lentamente. Non ci sono il caos, la fretta ed i suoni della città. Ci sono pro e contro e credo che non tutti siano adatti a un tipo di vita del genere. Vivere in una fattoria significa essere sempre sporchi, non avere mai le mani pulite o i capelli puliti, significa avere strani odori, o il fieno tra i capelli, significa lavorare con ogni condizione metereologica, dalla pioggia alla grandine, significa non avere mai un momento di pausa, non staccare mai, significa terminare un lavoro e iniziare immediatamente a progettarne uno nuovo e, non per ultimo significa un notevole dispendio economico. Dall’altro lato significa anche vivere in armonia con i ritmi della natura, respirare aria pulita, vedere sorgere e tramontare il sole, godere ogni giorno del contatto con gli animali e delle gioie che questo ti regala. Significa veder nascere un agnellino, veder schiudere un uovo, significa mangiare solo cose genuine che la terra ci regala in ogni stagione. Significa non vivere nello stress, nella frenesia e nella fretta della città ma vivere appieno ogni momento.

Rifaresti questa scelta?

La rifarei mille volte – risponde sicura e decisa -. Ho avuto l’occasione di intraprendere una strada diversa lo scorso anno, ma ho deciso di proseguire su questa via, che è francamente più dura da tutti i punti di vista, ma sicuramente regala più soddisfazioni.

È vero che i tuoi “regali” preferiti sono i pulcini di gallina?

In effetti per il mio compleanno mi sono auto regalata sette pulcini di galline ornamentali. Diciamo che ormai i miei regali preferiti sono nuovi animali da aggiungere alla nostra famiglia!

Un sogno nel cassetto?

Beh, ce ne sarebbero molti. Un sogno “in piccolo” sarebbe terminare di realizzare tutto quello che vorremmo realizzare come Fattoria e come azienda: un frutteto, nuove recinzioni, una nuova stalla, riaprire percorsi e ippovie (le strade da percorrere a cavallo) che collegano la fattoria ai vicini luoghi di interesse.  Altro sogno nel cassetto sarebbe quello di ampliare la produzione di prodotti e aprire una rivendita (in città magari) o di avviare l’attività agrituristica con un punto spuntini in azienda. Poi, dopo averci pensato un attimo, prosegue: un altro ancora è quello di avviare un lavoro nella Pet Therapy; sto effettuando adesso tutti gli studi necessari per prendere gli attestati con i vari animali. E poi, ne ho uno veramente grande, che è quello di realizzare, oltre alla fattoria come sopra ti ho descritto, un ricovero per animali abbandonati o maltrattati; una sorta di oasi dove possano venire a vivere la loro vita in armonia, ma questo è veramente un sogno enorme… per questo, come dicevo prima, qui il lavoro non finisce mai!

Nel frattempo sono giunti tutti gli altri piccoli e grandi ospiti della fattoria. E Rachele è pronta a porsi alla testa di un codazzo di bambini urlanti e curiosissimi. E anch’io, adesso che ho saputo tante cose, non vedo l’ora di incontrare tutti gli animali di cui ho appena appreso i nomi. E sottobraccio ad Angela, seguo i nipotini e il resto della comitiva in direzione della Fattoria di Lolle, quella che all’inizio dell’articolo ho chiamato la “Fattoria degli Animali”.

Questo articolo è già stato pubblicato dalla rivista online https://arteventinews.it/

Le fotografie sono state gentilmente concesse da Rachele

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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