La calda estate del ’22

La calda estate del ’22. Parte prima; Senigallia.

Indiscutibilmente quella che si avvia a concludersi verrà ricordata come un’estate molto lunga, arida e con pochissime piogge, ma soprattutto perché si è rivelata crudamente calda, anzi, caldissima, dato che le temperature si sono stazionate per tantissimi giorni ben oltre i 38°.

Un’estate che, almeno apparentemente, e sorvolando sui disagi causati da quanto scritto pocanzi, ci ha riportati a una situazione di “normalità” dopo le pene e le restrizioni dovute alla pandemia da Covid. Ecco quindi che sono ritornate la voglia di viaggiare, di scoprire o riscoprire posti o luoghi rimasti nel cuore o nei desideri. Insomma, di ricominciare a muoversi e tentare di ritornare a provare sensazioni e stimoli che sembravano essersi persi.

E ovviamente anche per me e Angela è stato così. Quest’anno è stato un periodo “infame” che non dimenticheremo mai, ma, come recita un vecchio detto, “il tempo allevia i ricordi, anche se non li cancella” e con il tempo che passa, e grazie a una serie di coincidenze non preventivate, abbiamo viaggiato molto, in Italia e in Francia. E in queste pagine cercherò di raccontarvi qualcosa di quel che abbiamo visto.

Il primo vero periodo di vacanza lo abbiamo trascorso in una città che non avevamo mai visto prima: Senigallia, e ammetto che, partito un poco scettico con pensieri del tipo: “…che ci sarà mai da fare o da vedere a Senigallia…” ho dovuto felicemente ricredermi.

Partiamo allora da un po’ di storia e di geografia che non fa mai male. Senigallia deve il suo attuale nome all’antica popolazione dei Galli Senoni e, ovviamente come per moltissime cose da noi, anche agli antichi Romani. Furono infatti loro, i Senoni, nel IV secolo avanti Cristo, a fondare il primo insediamento abitativo riconosciuto dagli studiosi. Quindi, come è  facilmente comprensibile, da Senoni a Senigallia, passando per la dominazione Romana, il passo non è poi così lunghissimo. Magari per mia ignoranza faccio fatica a collegare i Galli Senoni con quelli ben più famosi della Francia, ma, andando a cercare sul Web ho scoperto che i Senoni erano una popolazione di origine celtica che arrivò a stabilirsi da queste parti raggiungendo con il tempo un alto grade di civiltà . Poi arrivarono le Legioni Romane (quelli antiche ovviamente, non quelle dei turisti) e tutto cambiò. Prova ne è che l’attuale centro storico ricalca ancora in modo chiarissimo l’impostazione urbanistica della città romana.

Dov’è Senigallia più o meno lo sappiamo tutti, ma per i più “distratti” ricordo che si trova sulla costa adriatica alla foce del fiume Misa a circa 25 km da Ancona e a circa 32 km da Pesaro. Il fiume la divide più o meno in due parti e tutt’attorno alla città, dalla parte opposta alla costa le fanno corona una serie di colline degradanti verso il mare che custodiscono piccoli paesi, veri e propri tesori di bellezza, quale ad esempio Corinaldo, un fantastico borgo che ha una cinta muraria perfettamente mantenuta, nonostante i recenti terremoti.

Da quelle parti, intendo dire sulla costa adriatica, immaginavo di andarci per fare semplicemente del mare, e invece ho scoperto che lì, a Senigallia, di cose da fare e da vedere ce ne sono veramente tantissime. Partiamo dal centro storico.

Il monumento eletto comunemente a simbolo della città è la Rocca Roveresca, un mirabile esempio di architettura militare quattrocentesca, fatta costruire da Giovanni della Rovere, nominato signore di Senigallia da Papa Sisto IV. La troviamo subito davanti alla stazione ferroviaria, e messa così sembra voler ancora difendere la città che quasi si nasconde dietro di lei e le sue possenti torri. Visitare i giardini e la rocca sono un piacevolissimo diversivo dopo una giornata di sole e di mare, così come il passeggiare per le antiche stradine del centro, eleganti e ricchissime di locali e negozi.

In città possiamo visitare il Palazzo del Duca, il Palazzetto Baviera, gli eleganti Portici Ercolani che costeggiano la riva destra del Misa con una suggestiva sequenza di centoventisei arcate in pietra d’Istria. E ancora il Foro Annonario, struttura neoclassica realizzata in mattoni, in estate suggestivo scenario di spettacoli e concerti.

Continuando a girovagare troviamo il Museo d’Arte Moderna, la Pinacoteca diocesana di Arte Sacra, il Museo dedicato a Papa Pio IX, una serie di interessanti chiese, e persino un’area archeologica che documenta la consistenza dell’insediamento di Sena Gallica (da qui il nome attuale), prima colonia romana sull’Adriatico. In sintesi una piccola ma splendida città dove senz’altro vi consiglio di andare. Magari questo, dopo i drammatici fatti dei giorni scorsi – lo straripamento del fiume Misa – non è il periodo più adatto, ma da primavera in poi mettetela nel mirino dei vostri spostamenti.

Quanto al mare la cittadina vanta la famosa spiaggia di velluto, con i suoi 13 chilometri di sabbia finissima, interrotti solo dai moli del porto e dalla suggestiva Rotonda a Mare, realizzata nel XIX secolo per scopi idroterapici e ricreativi e oggi sede di numerosissime mostre ed eventi.

E come è ovvio aspettarsi per grandissima parte della costa adriatica, anche qui il lungomare è caratterizzato dalla presenza di numerosi stabilimenti balneari attrezzati con campetti di beach volley, tennis, bar e ristoranti, giochi per bambini e, naturalmente, lunghissime e ordinate file di ombrelloni e lettini.

Rispetto alle iniziative di spicco, anche se noi non l’abbiamo “incrociata” per motivi di tempo (si svolge tra la fine di luglio e l’inizio di agosto di ogni anno), mi hanno garantito che è imperdibile l’appuntamento con il Summer Jamboree, il festival internazionale dedicato alla musica e alla cultura dell’America degli anni ’40 e ’50, con una settimana di concerti delle band più note del genere, un fantastico mercatino vintage e sfilate di moto ed auto datate appunto in quegli anni.

Insomma, per noi lo scoprire Senigallia e il suo territorio si è rivelato davvero una bellissima esperienza del tutto inattesa e che, come vi ho già detto, vi posso senz’altro suggerire come meta possibile.

Poi l’estate è proseguita con altri viaggi, ma di questi vi parlerò nei prossimi articoli.

A presto dunque.

 

Foto di apertura di Jan Alexander da Pixabay

Foto inserite nell’articolo tratte da Wikipedia

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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