Un pomeriggio al museo: La Specola di Firenze

C’è un museo a Firenze particolarmente amato dai fiorentini, ed è quello della Specola.

Rimasto chiuso per tanto tempo, ha riaperto da pochi giorni ed è al momento visitabile gratuitamente, però dietro prenotazione online.

Ed è proprio approfittando di tale possibilità che ci abbiamo portato i nipoti (o forse è più onesto dire che i nipoti sono stati per noi la scusa per visitarlo?) facendo loro scoprire un mondo interessantissimo e pieno di sorprese.

La Specola, il cui nome deriva dall’osservatorio astronomico che il Granduca Pietro Leopoldo fece installare nel torrino dell’edificio, dove era anche ubicata la stazione meteorologica di Firenze, è situata in via Romana, (nel quartiere di San Frediano, a pochissima distanza da Palazzo Pitti) ed è una delle sedi del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze.

Aperta come museo più di 250 anni fa, vanta il titolo di uno dei musei scientifici più antichi d’Europa ancora aperti al pubblico.

Chiusa per un lungo periodo, dopo importanti lavori di riqualificazione e ammodernamento degli impianti, ha riaperto nella storica sede di Palazzo Bini Torrigiani, nell’anno del Centenario dell’Ateneo.

Nelle sue grandi sale, abbiamo potuto così ammirare i nuovi percorsi espositivi, con le antiche cere botaniche e una stupenda sezione di mineralogia, allestiti dopo l’intervento di ristrutturazione, e ritrovare la storica (e interessantissima) collezione di zoologia, che tanti ricordi di gioventù evocava in me. 

Altri percorsi, dal Salone degli Scheletri, per arrivare alla Tribuna di Galileo e al Torrino (per Firenze un raro esempio di stile neoclassico), saranno visitabili su appuntamento a partire dal primo marzo.

Entrando più a fondo nelle sale del museo, le collezioni della Specola presentano, come accennato, una vasta gamma di minerali e numerosissime specie del regno animale, suddivise sistematicamente in invertebrati, rettili, pesci, uccelli e mammiferi. Tra queste, spiccano esemplari notevoli, soprattutto per la loro rarità o esotismo, come erbivori africani, un rinoceronte bianco e una varietà di felini provenienti da tutto il mondo. Un esemplare unico è l’ippopotamo di Boboli, regalo esotico al Granduca nella seconda metà del Settecento, che vi “soggiornò” per un breve periodo, prima di morire ed essere imbalsamato ed esposto.

Il museo presenta anche la Sala del Conte di Torino, dove sono esposti trofei di caccia donati dalla Famiglia Reale di Casa Savoia, oltre a vetrine tematiche come quella dedicata ai Marsupiali. La collezione di cere anatomiche è eccezionale per la sua antichità e vastità, offrendo modelli in cera incredibilmente realistici che datano dal XVIII secolo e che furono concepiti per insegnare l’anatomia tridimensionale senza ricorrere alla dissezione dei cadaveri.

Insomma, un “vecchio” ma modernissimo e consigliatissimo metodo, per far vedere a grandi e piccoli una significativa parte delle meraviglie che il nostro pianeta è in grado di offrirci.

Buona visita a tutti.

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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