Amore. Pensieri, parole e una bella canzone.

penguins-157418_640 Amore. Pensieri, parole e una bella canzone.

Ero in auto, e stavo tranquillamente pensando ai fatti miei, quando dalla radio, che neanche ascoltavo, è partita la strofa di una vecchia canzone “Io che amo solo te”, recentemente riadattata dalla Gianna nazionale.

E quella musica mi ha colpito, strappandomi dal mio quasi torpore, al punto che mi sono reso conto che mi stavo dicendo qualcosa che suonava più o meno così: “che belle parole e che splendida musica. E persino l’interpretazione in chiave più moderna l’ha decisamente migliorata, attualizzandola senza per questo modificarne assolutamente armonia e musicalità”.

Ma non è certo di questo pensiero che voglio oggi parlare. O meglio, non solo di quello.

Ero in auto dicevo, e risentire quella canzone mi ha fatto riflettere. È una canzone d’amore, e, contrariamente a quanto di solito fanno questo tipo di canzoni, non racconta di drammi strappalacrime o di chissà quali strazianti dolori che hanno vissuto gli interpreti o gli autori e neanche fortunatamente  chi le ascolta. Niente di tutto questo. In quella ci sono soltanto delle parole d’amore che il lui o la lei di turno dedica all’altro/a.

Un testo semplice, quasi elementare, dove sono le parole che formano il ritornello: “io che amo solo te e non ti perderò e ti regalerò quel che resta della mia gioventù”, che, data la loro estrema semplicità non possiamo certamente considerare un’opera letteraria, quelle che ti rimangono  piantate lì, nella mente, facendoti tornare indietro nel tempo, quando tu e lei (o lui/lui – lei/lei cosa importa?) vi siete incontrati per la prima volta. Quando con timore vi siete in qualche modo proposti, quando, quella sera, vincendo ogni timidezza o imbarazzo siete riusciti finalmente a prendere la sua mano. Senza volerlo ripenserete a quando vi sono uscite, quasi senza che voi ve ne foste resi conto, quelle due fatidiche parole: “ti amo” che hanno poi indirizzato la vostra vita (almeno a me, ascoltandola e’ capitato questo).

Sto probabilmente dicendo cose che oggi sono fuori moda; situazioni che forse si verificano in altro modo, con altri ritmi, con diverse parole. Ma guardando oltre il mezzo e i metodi, una cosa non cambia: il sentimento per l’altro/a che da sempre accomuna e unisce due destini. E se si è fortunati, succede che questa unione sia veramente per sempre. Il “sempre” effimero e terreno dell’uomo, limitato nel tempo, ma che, sia pure per un periodo troppo breve, quando unisce due esistenze lo fa veramente per un “sempre” che sembra eterno.

E quella canzone, pur nella sua estrema semplicità, ne è quasi l’emblema. Lei, in tre soli minuti, ti racconta una vita, e tutto quello che a volte ti trovi ad affrontare in essa. Ci sono le luci abbaglianti del mondo materiale che cercano di distrarti; le mille tentazioni che si incontrano lungo la strada; e ancora le splendide Sirene che come hanno fatto con Ulisse, tentano di strapparti alle tue poche certezze.  Senza dimenticare il tempo che passa, inesorabile, e si porta dietro noia, stanchezza e abitudini che sembrano voler per forza offuscare i giorni in cui cercavi quella mano.

Ma se è amore, vero, voluto, coltivato e sopravvissuto ai mille ostacoli che certamente avremo trovato nel nostro cammino, allora risentire quella semplicissima splendida canzone, avrà per noi un particolare significato. E se il suo ascolto ci farà tornare a pensare, a ricordare come eravamo un tempo, a immaginare come vorremmo che fosse il nostro futuro, non importa allora fermarsi a comprare un fiore per lui/lei; non serve fargli/e un regalo; non occorre fare niente di particolare per essere certi che al rientro a casa, semplicemente il nostro sorriso rivelerà che qualcosa è ancora vivo, che in fondo tutto e’ rimasto esattamente come era prima. Dimostrerà che il tempo non ha cambiato niente e che veramente, come dice la canzone, le labbra, pur tacendo, diranno ancora una volta “… ti regalerò quel che resta della mia gioventù”.

C’è gente che ha avuto mille cose,
tutto il bene, tutto il male del mondo.
Io ho avuto solo te
e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove avventure.

C’è gente che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù.

Io ho avuto solo te
e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove illusioni.

C’è gente che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù

Ero in auto, e improvvisamente, subito dopo aver ascoltato quella canzone, ho avuto voglia di tornare a casa. Sapevo che a quell’ora non c’era nessuno, ma era lì, che prima o poi, sarebbe comunque tornato il mio amore.

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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