Ponza. Disegnare un racconto usando una poesia.
Oggi ospito nel nostro angolo dedicato a chi scrive, un nuovo amico: Dario Soldi.
Nuovo per queste pagine intendo. E lo faccio inserendo una delle ultime sue cose che ho letto. Lui, è superfluo dirlo, è evidente che ama scrivere e in particolar modo di poesia. E lo fa in modo leggero, semplice, ma allo stesso tempo complesso e articolato. Scrive per immagini, oppure, se vogliamo, le immagini ti arrivano nella mente leggendo le sue parole.
Provate a leggere la poesia che sotto riporto; poi, subito dopo aver terminato, chiudete gli occhi e ripensate alle parole che ancora vi ondeggiano in testa. Fatelo, però liberando la fantasia, e poi saprete dirmi se non è vero quanto ho appena detto. E assieme a lui, vi troverete per incanto sulle ripide stradine di paesi arroccati, calcinati dal sole e quasi abbarbicati alla roccia.
Attorno a voi ci saranno innumerevoli piante di fichi d’india e angusti cortili assolati.
Non trovate che bastano poche frasi per proiettarvi in un paesaggio mediterraneo dipinto esattamente come in una cartolina?
E ancora le sue parole che descrivono momenti già visti, già vissuti; distanti da noi territorialmente, ma vicinissimi nella memoria collettiva di noi italiani. Quelle immagini parlano di sole, di mare, di un’isola del sud. Di una terra antica, mitica e quasi straniera.
E per la gioia dei miei occhi e della mente parlano, sia pure in modo indiretto, del mio amato Ulisse.
E con lui narrano di Ponza e di Circe. La Maga. Feroce e bellissima.
Questo è ciò che in me evocano quelle frasi, quei suoni, quei colori.
Ci sento il vento, il mare, le onde e le strida dei gabbiani. E ancora negli orecchi mi risuonano i grugniti dei compagni di Odisseo traformati in maiali.
Tutto questo mi hanno regalato le parole di Dario.
E spero vivamente che le mie non abbiano stravolto il senso di quanto lui ha invece voluto descrivere.
Però il bello della poesia rimane proprio questo. Chiunque può trovarci cosa crede, o forse, semplicemente cosa cerca.
Grazie dunque all’autore.
PONZA
Sulle rampe pietrose
arroccate abbagliano
le case bianche,
i fichi d’India abbracciati
nei cortili accecati dal sole
e le ombre dei gatti
lisciano i muri
di nascosto.
Ponza luccica
di colori cantanti
dei pesci d’argento
e delle bouganvillae
che ti fanno corona:
Circe, le cosce dischiuse,
i seni dipinti di fiori,
ha gli occhi del mare,
teneramente
dove affondare.
Poi la tua sera
s’imbriglia di luci
per la notte
come un presepe
e si respira pace
infine.
Dario Soldi