Il piacere di scrivere. O almeno di provarci

Scrivere, o almeno provare a farlo.

Prima o poi, capita a tutti di aver voglia di provare a scrivere qualcosa. Una lettera, una poesia, un racconto. E a volte lo spunto viene dato anche da una situazione semplice, banale, accidentale.

Che so, sei alla fermata dell’autobus che pensi ai fatti tuoi e all’improvviso focalizzi l’attenzione su un anziano che attraversa la strada, quasi trascinato da un piccolo cane legato al guinzaglio. E allora, la mente vola alla ricerca di immagini, sensazioni, parole. E pensi che in quel momento potresti provare a scriverle. Poi, naturalmente arriva l’autobus e tutto passa.

Oppure sei al mare, seduto all’ombra di un ombrellone (ho volutamente omesso la parola “tranquillamente” perchè d’estate su una spiaggia quella specie di tranquillità è del tutto relativa) e leggi, o almeno tenti di leggere un libro. Una storia dove l’eroe, dopo mille peripezie, salva una bellissima ragazza (ma le brutte, non le salva nessuno?) e allora ti viene naturale immaginarti in una situazione simile, e sicuramente pensi che anche te faresti esattamente le stesse cose – vuoi mettere riuscire a salvare una bellezza come quella descritta in quelle pagine? – e siccome quel libro è decisamente brutto (l’hai comprato la sera prima disteso tra centinaia di altri simili su una bancarella dell’usato), sei certissimo che quella storia l’avresti sicuramente scritta molto meglio dell’autore.

Quando scrivi un biglietto d’auguri e tenti disperatamente di essere originale, o un telegramma per un motivo qualsiasi e vuoi evitare le solite frasi fatte, o ancora in una qualsiasi frase d’affetto per il/la tua/o compagna/o  e non vuoi cadere nel banale. Allora sì che vorresti saper scrivere, avere ideee geniali, piene di significato e gratificanti per te e per chi le leggerà. Il più delle volte, poi finisci per arrenderti, e metti nero su bianco qualcosa di assolutamente semplice, del tipo: “amore mio auguri” – “congratulazioni per la laurea” – “buon anniversario”, eccetera. Tanto sforzo, ripagato da un successo piccolissimo.

Però… sotto sotto, devi ammettere di essere comunque soddisfatto. Ci hai provato e alla fine, anche se non hai ottenuto un risultato eccelso, hai fatto del tuo meglio. Hai scritto qualcosa. E se questo qualcosa è assolutamente prevedibile e non particolarmente eccitante (dal punto di vista della lettura) è pur sempre frutto di un tuo tentativo. Ed ecco che in quel momento ti senti uno scrittore.

Scrivere dunque anche di cose modeste, semplici, quotidiane. Tentare di mettere in fila delle parole che abbiano un senso, che ti faccia piacere rileggere, che ti diano sensazioni. Questo è il piacere di scrivere, qualunque sia poi il risultato ultimo.

LEGGI ANCHE

Poesia, pensieri, ritagli, a disposizione di tutti

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.