Diventare scrittore da “adulto”. Passione o follia?

Diventare scrittore da “adulto”. Passione o follia?

Come immagino succeda a molti, anche a me è capitato, quando ho terminato il mio percorso lavorativo – ammetto che facevo prima a scrivere: quando sono andato in pensione, ma mi sembrava troppo banale – dopo un primo momento di euforia e di senso di ritrovata disponibilità del mio tempo, di accorgermi che era proprio il tempo quello che dovevo cominciare a riempire.

Antiche e consolidate abitudini erano di punto in bianco scomparse. Ritmi, riti e usanze, improvvisamente non avevano più senso. Chi ero stato e cosa sino a pochi giorni prima facevo, adesso non contava più. Certamente ero contento, ma …. Perchè in fin dei conti quella era la mia vita e ci ero abituato; non dico che mi piacesse, anzi, quante volte mi ci sono arrabbiato, però ….

E adesso? Si è vero ho mia moglie (solo che lei lavora ancora, e “grazie” alle ultime riforme purtroppo lo farà ancora per diversi anni), ho una figlia (è sposata, lavora e naturalmente ha la sua vita), ho quattro gatte (ma i gatti, per loro natura sono assolutamente indipendenti e salvo dargli da mangiare e bere, ogni tentativo di interagire con essi è miseramente destinato a fallire), ho gli ulivi, l’orto, le colline attorno a me, le passeggiate, il Circolo in piazza, i vicini, eccetera eccetera. Tutte cose bellissime, agognate per anni, e adesso finalmente a portata di mano, pronte a rendermi la vita finalmente felice. E in parte è proprio così. E’ innegabile il piacere di essere fuori dagli schemi, di autogestirsi, di avere la possibilità di liberarsi dalla schiavitù degli orari, degli spostamenti, delle noie dell’ufficio; ma come ho accennato prima, rimane sempre quel però ….

Fino a quando non arriva la fatidica domanda: cosa faccio adesso oltre a tutto quanto ho descritto sopra?

Risposta: leggo. Molto, di tutto. Epoi? Vado su internet, mi documento, apro una pagina facebook, e ritrovo vecchi amici ai quali ormai non pensavo neanche quasi più. E poi? Probabilmente è l’età, ma resta sempre dentro un senso di incompiuto; la voglia di fare ancora qualcosa, di dare un segnale che ci sei. Di dimostrare che l’età  della pensione è legata soltanto al tempo che passa, e non al fatto che ormai non servivi più.

Ritorno con la memoria a quando da ragazzo amavo riscrivere i testi delle canzoni, utilizzando la musica e cambiando totalmente le parole. Era un gioco, ma mi piaceva. E mi tornano in mente idee e voglie mai messe in pratica. E come forse succede a tanti, penso che in fondo potrei provare a scrivere qualcosa.

E lo faccio, o almeno ci provo. E scrivo di tutto, pur avendo un numero di lettori risibile, ma non è questo l’importante. Lo è invece l’aver ritrovato la voglia di impegnarmi (pur continuando a fare anche e soprattutto quello che ho descritto poche righe sopra), di pensare, di provarci. Di documentarmi, di tentare nuove strade.

E grazie a facebook ho scoperto che proprio come me, ci sono altri che amano scrivere, anche se forse non se ne sono neanche accorti. E molti sono prorpio “adulti” che hanno ritrovato il loro tempo. E quel tempo lo impiegano anch’essi come faccio io: tentando di dare vita alle loro idee.

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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