Quattro passi in Val d’Orcia sulla tracce di un paesaggio da favola.

Quattro passi in Val d’Orcia sulla tracce di un paesaggio da favola.

Esistono posti in questo nostro splendido paese – e la Toscana ne è colma – dove il tempo sembra essersi magicamente arrestato.

Posti, dove la mano dell’uomo, ha nel corso dei secoli modificato, o meglio, guidato sapientemente la trasformazione del territorio, fino a farlo diventare ciò che adesso è: bellezza, armonia, gusto, amore.

Un intervento antropico che, ad esempio, troviamo, si può dire “da sempre”, immortalato anche in quadri famosissimi. Uno per tutti? La Gioconda. Noi siamo irresistibilmente attratti dal sorriso della fanciulla e quasi ci dimentichiamo di apprezzare ciò che Leonardo ha collocato alle sue spalle: un paesaggio da sogno eppur vero, esattamente simile già allora a ciò che adesso ci circonda.

Ed è per parlare un poco di questo realissimo “sogno” che vi invito a fare assieme a me quattro passi virtuali in un luogo incantato, sufficientemente vicino a noi per poterci andare dalla mattina alla sera in una delle prossime domeniche.

Sto parlando della Val d’Orcia, che, come recita testualmente Wikipedia, è un’ampia valle situata nella provincia di Siena, a nord ed est del monte Amiata e vicina al confine con l’Umbria. Attraversata dal fiume Orcia al centro, che le dà il nome, è caratterizzata da gradevoli panorami paesaggistici e da svariati centri di origine medievale, due dei quali molto noti come Pienza e Montepulciano.

E così, attratto da antichi ricordi e da questa strana estate italiana che ci confina tra i postumi del lockdown, la voglia di restare ancorato ai nostri confini, e l’incertezza di ciò che sarà, una bella mattina di settembre, io e Angela, mia moglie e guida turistica improvvisata ma attentissima, siamo partiti alla riscoperta di questo lembo di terra, con il desiderio di riempirsi gli occhi – e anche lo stomaco – con ciò che è la vera essenza della terra di Toscana. Prima tappa il cuore della Val d’Orcia: Montepulciano.

Come ho già detto, non è lunghissimo il tragitto da fare, specialmente se viene affrontato senza la smania di arrivare per forza, allungandolo magari evitando l’utilizzo delle autostrade per perdersi metaforicamente tra gli splendidi paesaggi della nostra campagna.

Ed eccolo là Montepulciano, arroccato su un colle, tra torri, palazzi, castelli e mura medievali. È, come ama definirsi, la capitale” del Nobile, un vino antico e schietto. Ed è Montepulciano un luogo dall’incredibile fascino tutto da scoprire, passo dopo passo, ricco di bellezza e di storia che senti nell’aria ancor prima di averne varcato le antiche porte.

A Montepulciano tutto parla del suo “oro”, il vino. Un racconto lungo secoli che vale la pena di assaporare e gustare con calma, passeggiando per le strade, curiosando nei negozi, visitando la cattedrale, ammirando la piazza Grande con il suo meraviglioso palazzo comunale che, almeno a me, ricorda tanto quello ben più famoso di Firenze.

È ovvio che non starò a farvi qui un resoconto di ciò che offre la cittadina e nemmeno l’intera Val d’Orcia; per questo ci sono decine di guide e di interessanti siti web che la descrivono con dovizia di particolari. Io vi posso soltanto confermare che venire sin qua vale veramente il viaggio.

Passeggi, guardi, ammiri ed è già ora di pranzo; e cosa puoi volere di meglio di un tavolino ombreggiato proprio nel corso principale corredato da un ricchissimo tagliere colmo di affettati e di diverse varietà di formaggio pecorino, oltre naturalmente, e questo è d’obbligo, da un fresco calice di Nobile?

Ma a proposito di formaggio pecorino, vi dice niente il nome di Pienza la patria di questa rinomata specialità? Si? Benissimo, perché è proprio lei la nostra seconda tappa.

Nel Rinascimento questo meraviglioso borgo in Val d’Orcia era addirittura considerato la “Città ideale”. Oggi Pienza è un fantastico luogo ricco di storia e di arte, circondato da un paesaggio composto da uliveti e da vigne che assieme alle case, le chiese e i palazzi, danno vita a uno scenario fiabesco. E, ovviamente, per tener fede alla propria vocazione culinaria, è strapieno sino all’inverosimile di trattorie e raffinate “bettole” nelle quali poter gustare il celeberrimo pecorino.

Terza e ultima tappa del nostro breve viaggio un altro luogo incantato: Bagno Vignoni.

È questo un piccolo e straordinario borgo incastonato nel cuore della Val d’Orcia, a non troppa distanza da Siena. Deve quasi interamente la sua fama alla piazza rettangolare “pavimentata” d’acqua. Una grande, stupenda vasca, alimentata da una sorgente termale sotterranea che, dal fondo dei suoi 1000 metri di profondità, risale in superficie e viene trattenuta nella piazza del paese. La temperatura dell’acqua, che ci dicono rimanga fissa sui 52° gradi, crea, soprattutto d’inverno, straordinari effetti scenografici quando entra in contatto con l’aria fredda e solleva candidi vapori.

Ma Bagno Vignoni non è soltanto la sua grande piazza d’acqua o il suo stabilimento termale.

Tutto intorno a essa troviamo case in pietra con balconi fioriti, piazzette, botteghe di artisti e artigiani, messe lì a formare uno straordinario, armonico, insieme architettonico.

Prendiamo la strada di casa che inizia ormai a imbrunire. E lungo tutto il percorso ci accompagna il dolce profilo delle colline, sormontate da lunghi svettanti filari di cipressi, l’albero che, assieme all’ulivo, la fa da padrone di casa.

E a un tratto, all’improvviso, subito dopo una curva, una luna tonda, bianca e scenografica si staglia esattamente dietro e al centro della silhouette di uno di questi meravigliosi alberi, somigliante stranamente a un indice puntato verso il cielo a indicare ai viaggiatori l’astro splendente. Passo veloce in auto, e assurdamente mi viene da pensare che questo è forse uno dei rari casi in cui merita sicuramente di più guardare il dito che non la luna.

Questo articolo è già stato pubblicato sulla rivista online https://arteventinews.it/

 

Pubblicato da Enrico Miniati

Fiorentino di nascita vivo però da circa 20 anni a Iano, un minuscolo paesino sulla collina pistoiese. Scrittore per passione ho pubblicato 6 racconti di cui trovate sul blog le relative pagine.

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